Questo testo a cura di Flavia Torti e Giuseppe Cima è una rielaborazione integrata di un documento familiare, probabilmente tradotto dal tedesco e comunque poco leggibile, proveniente da Ottone de Grisogono
 
Gli appunti che seguono ci sono pervenuti tramite il nostro prozio (materno) Ottone de Grisogono (1883-1975). Pur essendo per molti versi imprecise, queste note ci offrono uno sguardo sintetico sulle origini cosmopolite delle nostre famiglie.

I Gritti e i Bruce Appunti su una discendenza

La storia delle nostre famiglie viene da molto lontano, attraversa secoli, città e nazioni, tra Venezia, Trieste, Russia e Scozia. Il figlio del famoso impresario teatrale, conte Camillo Vincenzo Gritti (1773 – 1838 o 1842?) e Caterina Bruce (1776 - 1821 o 1829?), Camillo (nato nel 1800) sposò in Russia la principessa Maria Vasiliew (1810 - 1844) e visse a San Pietroburgo dove ebbe due figli, Camillo e Caterina. I coniugi, a causa del complicarsi della situazione politica russa, tornarono a Venezia dove ebbero la terza figlia, Olga (Olga fu di grande bellezza e festeggiò il suo centesimo compleanno ospite del Papa in un’udienza privata). Dato che la principessa Maria Vasiliew morì a 34 anni, la figlia Caterina, profondamente turbata, fu mandata a proseguire gli studi presso il Collegio del Sacro Cuore a Venezia, mentre il padre pare che sperperò tutto il patrimonio di famiglia. Caterina sapeva suonare il pianoforte e parlava molte lingue. Sposò l’avvocato Simeone Locas-Saranelli ed ebbe 5 figli: Peppina (mamma di Ottone de Grisogono), Maria, Olga, Anna e Camillo. La figlia Anna (nostra bisnonna) sposò il Capitano di lungo corso Francesco Riccardo Babarovich, da cui ebbe Ernesta, Maria, Giovanni, Olga, Paola (nostra nonna), Valy, Emanuele.
*** I Gritti non erano tra le famiglie originarie della Laguna e si hanno notizie della loro presenza a Venezia solo a partire dal 1200, quando con il cognome primordiale di “Gratalana”, trasformato successivamente in Gritti, arrivarono a Venezia dalla terra ferma oppure da qualche altro dominio. La famiglia Gritti, cattolica e di alto livello culturale, portò a Venezia un’enorme ricchezza. Negli Annali Veneti (del 1577), di Iulio Faroldo prete cremonese, viene citato un Provveditore Giovanni Gritti che nel 1208, alla testa dell’esercito veneziano, morì in battaglia a seguito della sconfitta subita durante la “Seconda guerra Candiana” (“Rotta di Gioanne Gritti, del 1208”). Le due personalità più importanti della famiglia Gritti furono, in primis, il Doge Andrea, che regnò dal 1525 al 1538 – anno della sua morte - e successivamente suo figlio Alvise (conosciuto anche come Ludovico). Andrea, conte rinascimentale, si occupò anche di problemi europei. Egli fu grande amico e amministratore di Pietro Aretino e Tiziano e lo ritroviamo anche nelle pitture del Tiziano conservate nella Galleria del Conte Czermin a Vienna. Lo stemma della famiglia Gritti era costituito da uno scudo “troncato d’azzurro, alla crocetta d’argento, e d’argento”. In seguito al dogato di Andrea, venne aggiunto in capo allo stemma il corno ducale. Il conte Camillo Vincenzo Gritti (1773 – 1838 o 1842?), viveva nella Corte di San Pietroburgo, oltre che nei suoi possedimenti in Venezia. Egli sposò la Contessa Caterina Bruce (1776 – 1821 o 1829?) dopo che questa aveva divorziato dal suo primo marito, il Conte Vasily Musin Puskin. La contessa era molto ben inserita nella Corte dell’Imperatrice Caterina II (che regnò dal 1762 al 1796), in quanto discendeva da una famiglia di antica nobiltà: il ramo russo degli scozzesi Bruce. Ad esso appartenevano numerosi comandanti militari e diplomatici che si erano trasferiti in Russia, in particolare a partire dal 1647 per sfuggire al potere di Cromwell (guerra civile inglese 1642 – 1648) e avevano messo al servizio degli Zar le loro abilità. La maggior parte di loro ricoprì ruoli di rilievo nell’organizzazione militare russa, alcuni come per esempio Robert Bruce, suo figlio Alexander e il figlio di quest’ultimo Yakov (o James), oltre a ricoprire ruoli apicali nell’esercito dell’Imperatore russo, furono anche nominati governatori di grandi città come Mosca e Pietroburgo e furono dunque molto vicini alla famiglia imperiale. Andando indietro nel tempo, giova ricordare che il Clan scozzese Bruce vanta tra i suoi antenati più importanti Robert the Brus (divenuto re di Scozia nel 1306) ed è legato alle guerre per l’indipendenza della Scozia e alle ben note vicende storiche di William Wallace (Braveheart). La casata, estintasi nel suo ramo maschile con la morte del re Sir David Bruce II di Scozia, nel 1371, era tuttavia proseguita nella linea femminile con sua sorella Marjorie.
Per tornare a Caterina Bruce quindi, sposata in seconde nozze con Camillo Vincenzo Gritti, era nata in una casa ricchissima, amava molto l’arte e aveva un grande amore verso i cavalli, tanto che ancora oggi molti la ricordano come la “Contessa dei cavalli”. Il padre di Caterina Bruce era James (Jakov) figlio di Alexander Bruce e della Principessa Anastasia Dolgorukova. La madre di Caterina Bruce era Praskovja, nata contessa Rumyantsev, la quale fu Dama di Corte dell’Imperatrice Caterina II. La Contessa Praskovja è passata alla storia, anche grazie ai numerosi romanzi di cui divenne protagonista, col soprannome di “l’Eprouveuse” (colei che fa la prova). Appellativo con il quale venne definita perché si era assunta il compito di testare le capacità amatorie dei potenziali amanti dell’Imperatrice. A Strà (sul Brenta), troviamo un importante possedimento con villa e parco ornati da molte statue, tra cui due del Canova e una del Torsi scolpita durante il periodo di Caterina Bruce, che aveva anche fatto costruire per i suoi cavalli una inusuale scuderia, le cui mura erano coperte da marmi verdi e da vetri con sculture in bronzo. Camillo Vincenzo Gritti, impresario teatrale e grande appassionato di musica, fece costruire lì vicino un teatro (probabilmente a Fossalovara) - affidandolo all’amministrazione del compositore Francesco Caluppi (Galuppi?) - dove invitava il fior fiore della nobiltà italiana e addirittura l’Imperatore d’Austria. La Gazzetta di Milano il 26 luglio del 1825 pubblica, infatti, la cronaca di una grande festa organizzata il 19 luglio dal Gritti in onore dell’imperatore Francesco I e della sua Corte, alla presenza di un pubblico numeroso, nei giardini della villa di Fossalovara (Strà). La sera del 31 luglio, poi, l’Imperatore e la sua Corte intervennero allo spettacolo nel teatro “La Fenice” di Venezia, di cui Camillo Vincenzo Gritti era soprintendente fin dal 1819. Le rappresentazioni teatrali erano interpretate dai migliori cantanti e attori della Scala di Milano, i quali andavano apposta a Strà per gli spettacoli organizzati da Camillo Vincenzo Gritti al cospetto dei nobili invitati. “Non voglio discomodarmi, che loro vengano da me!” affermava il Conte con una punta di malcelato orgoglio. E dopo i vari ricevimenti i piatti venivano gettati dalle finestre. Camillo Vincenzo Gritti, dopo la morte di Caterina, sposò la cantante lirica Ester Mombelli. Egli continuò a frequentare i diversi ambienti reali, compresa la Corte della Regina di Sardegna Mariana. Il possedimento di Strà è diventato poi (intorno al 1900) di proprietà del parlamentare Moschini, sindaco di Padova. Nel parco di questo possedimento si conserva un mausoleo dove è sepolto Camillo Vincenzo Gritti. E fu a Strà e a Padova che Anna Babarovich (nostra bisnonna) e la sorella Peppina (sposata de Grisogono, mamma di Ottone) trascorsero parte della loro infanzia. Va anche ricordato che Strà è stata testimone di un fatto storico rilevante, poiché vi si rifugiò Lorenzino de’ Medici dopo aver ucciso Alessandro (1537). *** In numerose chiese di Venezia ci sono quadri con immagini sacre di ringraziamento a Dio per le Grazie che ricevettero i vari componenti della famiglia Gritti. Il palazzo Pisani - Gritti, costruito tra il 1300 e il 1400, affaccia sul Canal Grande a Venezia e oggi è sede del Gritti Palace Hotel. La sua facciata era ornata da meravigliosi affreschi del Giorgione, dei quali purtroppo non resta più traccia. Altri edifici riferiti ai Gritti si trovano nei dintorni di Venezia. Un palazzo del XV secolo, si trova a Padova in via S. Francesco. (?) Ha anche importanza storica il palazzo a tre piani del XVII secolo che si trova a Visnadello (frazione di Spresiano) sulla strada che porta a Pontebba. Esso ha un balcone con l’uscita trifora e con una scalinata molto bella e maestosa che dall’ingresso porta al primo piano. Troviamo una villa di stile classico ad Albaredo (Vedelago) e un altro palazzo a Catena (Vilorba) del XVII secolo che si chiama “Palazzo del Principe”, con un balcone a loggia con tre colonnine che suddividono l’uscita in quattro. Nel 1878 l’editore Girolamo Alessandro Cappellari, nella tipografia dell’Ancora Verde di L. Merlo, stampò a Venezia “I fasti dell’illustre famiglia Gritti – Estratti di Campidoglio Veneto” (Biblioteca Nazionale di Venezia, dove si trovano anche le pubblicazioni del Francesco Gritti, morto nel 1811).

 

 
 

Palazzo Pisani Gritti nell''800