L'astratto di oggi sarà il concreto di domani. Questo è il
senso del processo di virtualizzazione che accompagna sin dagli inizi l'avventura storica
del genere umano. Il paziente lavoro degli scribi è stato rimpiazzato dalla compilazione
elettronica; la televisione ha preso per sé il ruolo delle "tecniche della
memoria" del mago rinascimentale; le autostrade informatiche paiono rendere attuale
il sogno della comunicazione totale.
II testo di Lévy non è solo una presentazione elegante e chiara di quel che significa
oggi servirsi della realtà virtuale nel senso tecnico del termine - dalla simulazione
militare al puro effetto di gioco - ma è, soprattutto, il primo manuale di
"filosofia del virtuale" che non si limita a delineare i possibili universi in
cui domani ci troveremo a vivere, ma insegna come il virtuale sia il germe di un diverso
modo di essere del reale e, come tale, non sempre costituisca una fuga dalla realtà, ma
un potenziamento di questa. Tale logica del potenziamento si dispiega nel libro con una
serie di esempi che mostrano come nella vicenda siamo tutti coinvolti, filosofi e
politici, ciarlatani e prostitute, sacerdoti e uomini della strada. E come se tutti
avessimo a disposizione la lampada di Aladino, ma il Genio può anche esigere un prezzo.
Se si tratti di un prezzo per crescere, invece che per decadere a meri
"replicanti", dipende dalla nostra capacità di scegliere in un momento in cui
le decisioni sono sempre più rischiose ma affascinanti.
Pierre Lévy, filosofo, insegna presso il
dipartimento Hypermedia dell'Università di Parigi vili. Tra i suoi lavori ricordiamo Les
arbres de connaissances (con Michel Authier, Paris 1992) e, tradotti in italiano, Le
tecnologie dell'intelligenza (Bologna 1992) e L'intelligenza collettiiva (Milano 1996). |