I bambini e il computer
Nuove idee per i nuovi strumenti dell'educazione
Seymour Papert
Rizzoli Editore 1994
titolo originale:
The Children's Machine: Rethinking School in the Age of the Computer (1992).

La scienza e la tecnologia hanno trasformato radicalmente la medicina, i trasporti, l'informazione, lo spettacolo.

Solo la scuola - in particolare quella primaria - pare essere rimasta impermeabile alla rivoluzione.

Perché qui la diffusione del computer, il principale protagonista tecnologico dei nostri tempi, non ha avuto conseguenze realmente innovatrici

Seymour Papert, lo scienziato che ha creato il Logo - il più noto linguaggio di programmazione a fini didattici - passa in rassegna le cause di questo insuccesso: la tendenza conservatrice della scuola in quanto istituzione, l'inerzia di molti insegnanti, le aspettative sbagliate del pubblico, hanno fatto si che il computer fosse "isolato" in apposite aule;

l'apprendimento del suo uso è diventato una materia tra le tante, un "fiore all'occhiello" di dubbia incisività reale.

Fuori della scuola, tuttavia, il rapporto tra le nuove generazioni ed il computer è ben più profondo e coinvolgente: "I bambini", afferma Papert, "considerano il computer 'cosa loro'. Molti hanno osservato che i bambini si trovano più a loro agio con le macchine che con i genitori e con gli insegnanti. Che cosa sta dietro questa relazione d'amore? Sarà possibile guidarla verso forme costruttive o già ci è sfuggita di mano?

I bambini e il computer analizza le forme in cui il rapporto con le macchine influisce sull'apprendimento, nella convinzione che la nostra capacità di plasmare il futuro dipenda proprio dalla comprensione di questo rapporto, dalla creazione di una nuova "capacità di imparare" e di una nuova identità intellettuale, nella costituzione della quale il computer occupa, per le nuove generazioni, un posto centrale.