Floriano Pietrocola
(Vasto 1809 Sorrento 1870 ca.)
Il padre Emanuele voleva farne un avvocato , ma il suo ineguagliabile
talento modificò questa volontà indirizzandolo nella via dell'arte. Per la
verità nel 1831 egli si recò a Napoli dopo varie insistenze dei genitori,
che volevano seguitasse gli studi in giurisprudenza, ma dopo mun breve
tirocinio, abbandonò definitivamente questa via dedicandosi completamente
all'arte. Fu un efficace miniaturista su avorio, ma nell'acquarello egli
raggiunse un tal grado di perfezione che tutti i principi e le principesse
di casa Borbone vollero da lui un ritratto. Delicato e minuzioso interprete
della bellezza femminile effigiata in costumi caratteristici del napoletano,
avrebbe fatto una fortuna se qualche accorto mercante si fosse
interessato alla sua opera,, ma egli in fondo era un solitario che
preferiva appartarsi sulle colline di Sorrento in compagnia dell'amico
Giacinto Gigante e mentre uno riprendeva con rapidi schizzi i contorni del
golfo, l'altro illustrava minuziosamente le genti nei tipici costumi del
luogo. |