Floriano Pietrocola
by Lord Nepier in Notes on modern Painting at Naples (liberamente tradotto, forse bene forse male, ma sicuramente con qualche difficoltà) Mentre l'arte di fare ritratti ad olio è coltivata in maniera diffusa, Floriano Pietrocola ha monopolizzato con successo l'esecuzione di miniature in avorio. Questo gentiluomo, al cui delicato e cortese pennello le bellezze napoletane debbono il poter perpetuare la loro grazia, nasce nella città di Vasto, in Abruzzo, dove non è il solo contemporaneo ad aver raggiunto una posizione di spicco. Il padre, Emanuele, un piccolo proprietario terriero, voleva fargli studiare legge,così lo affidò ad un avvocato del suo luogo natio per un corso preliminare. Durante l’applicazione a questo per lui ingrato compito scoprì un talento spontaneo per il disegno che esercitò,senza alcuna istruzione in nmateria, copiando i dipinti che il gusto della devozione locale offriva alla sua imitazione. Nell’anno 1831, all’età di ventidue anni, si trasferì a Napoli per proseguire i suoi studi, ma dopo un breve periodo si sentì disgustato sia dall’aridità del diritto sia dalla grettezza che egli osservava essere comune nell’esercizio di quella professione, così lasciò l’accademia forense e divenne discepolo del pittore Angelini, padre dello scultore vivente con lo stesso nome, e di un certo Mattia un pittore storico di una certa abilità. Questi maestri a cui erano stati mostrati molte prove di ritratti, eseguiti dal loro aspirante discepolo, gli consigliarono di abbandonare un più ambizioso ma meno remunerativo percorso,artistico per dedicarsi completamente alla realizzazione di ritratti di dimensione ridotte; un consiglio che egli da allora fu così saggio da seguire, sviluppando le proprie potenzialità più con la pratica e l’esperienza che con l’influsso della scuola. Il Pietrocola può essere creduto quando afferma la propria incompatibilità con i cavilli legali necessari al successo di un avvocato di provincia; ma, come hanno provato gli eventi, ciò non significa che non fosse capace di quella moderata furbizia che guida il pennello nei ritocchi della ritrattistica femminile. Il suo stile nelle miniature è accurato e raffinato, e se si considera il precedente stato dell’arte, non manca di dignità ed eleganza. Se non si può affermare che i suoi lavori meritino un posto paragonabile a quello di Thorburn, la cui arte è prossima a una spanna dalla grandezza di Tiziano o Vandyke, nelle espressioni dei suoi volti l'artista napoletano non è forse decisamente inferiore a qualunque altro pittore inglese. Il Pietrocola è anche riuscito in composizioni di tre persone sullo stesso avorio, anche se è piuttosto riluttante a farlo; si contraddistingue meno per libertà e varietà degli atteggiamenti delle persone e nei gruppi che per l'esecuzione delle singole figure. Molto apprezzabile invece definizione delle teste come in quella delle espressioni e degli abiti. Il suo più deciso merito é nella somiglianza che è generalmente impressionante e felicemente individualizzata, poiché, lungi dall'essere un meccanico imitatore, cerca di penetrare i segreti dell’espressione e del carattere attraverso uno studio assiduo di Lavater, e di Gianbattista Della Porta che anticipò le speculazioni dei fisiognomicisti di Lucerna. Durante i mesi estivi, quando le arti e le industrie di Napoli sono sospese per il caldo e per l’assenza di stranieri, Floriano Pietrocola preserva la sua salute e la sua vista ritirandosi nel romantico villaggio di Sant’Agata arrampicato sulle alture sopra Sorrento dove egli trova nelle forme e nei costumi delle popolane coinvolgenti soggetti da ritrarre. La sua cartella è perciò annualmente rifornita da studi di umile vita, presentati con una dolcezza e una meditata rifinitura che ha una piacevole attrattiva ideale, non del tutto ingiustificata considerata la bellezza delle sue modelle campagnole. Occasionalmente esegue ritratti ad olio di grandezza inferiore alle proporzioni naturali ed anche acquarelli su cartoncino. Fa piacere sapere che le sue abilità vengono apprezzate ed egli ottiene ogni incoraggiamento che il gusto e la fortuna delle alte classi napoletane possono conferire, ed è impiegato a corte nel moltiplicare le immagini matrimoniali dei principi e delle principesse appartenenti o collegate alla casa dei Borboni, e nel registrare la loro prole; Non ha mai però avuto l'onore di ottenere una posa da sua Maestà Siciliana in persona perchè, diversamente dal suo predecessore del ramo spagnolo, questi ha una inesorabile avversione per la noia delle sedute. |